Articolo realizzato per Les Nouvelles Esthetiques Spa Italia (n. 8 novembre/dicembre 2015)

Non puoi considerarti una vera geisha finché non riuscirai a fermare un uomo per la strada con un solo sguardo.

Mameha, dal film “Memorie di una geisha”

Fin dall’antichità si è cercato di valorizzare lo sguardo per renderlo più profondo, interessante, intrigante e seducente che mai.
Svariati sono stati gli espedienti utilizzati: gli egizi adottavano il kohl – antenato dell’ eyeliner e dell’ ombretto –  per arrivare al 1860, quando Eugène Rimmel proporrei primo mascara, passando per le ciglia finte (apparse per la prima volta nel 1916 nello storico film “Intolerance” di David Wark Griffith), al piegaciglia nel 1923 attribuito a William Beldue, sino ad arrivare nel XX secolo alle lash extentions.

Ed è proprio sulle ciglia, che da qualche anno sono le protagoniste indiscusse di una bellezza tanto al femminile quanto al maschile, che desidero soffermarmi oggi!

E’ ovvio che quando si interviene sulle ciglia con permanente, tintura, mascara e ciglia finte (singole, a ciuffetto, a frange intera e artistiche) non bisogna preoccuparsi solamente di  procedere  in maniera impeccabile  dal punto di vista tecnico ma anche di appropriatezza estetica.(Vedere foto n.1 e 2)
Infatti prima di intervenire su di esse vanno considerati in anticipo una serie di elementi: la tipologia di occhi, il contesto di cui fanno parte, le caratteristiche delle ciglia (dimensione, curvatura, posizione, orientamento e colore) ed infine eventuali problemi di salute di cui soffre la cliente (congiuntivite, rinite allergica, blefarite e similari) che potrebbero  peggiorare o scatenarsi a seguito del trattamento richiesto o da noi contemplato.
Quindi eseguire questo studio a monte del nostro operare risulta fondamentale per evitare di commettere errori che potrebbero danneggiare non solo esteticamente qualcuno ma anche fisicamente.
Ma vediamo attraverso un esempio pratico come procedere secondo quanto detto.
Si sa che oggi l’effetto più richiesto è lo sguardo da gatta, che si caratterizza per la forma allungata dell’occhio. Per ottenere questo risultato si applicano delle ciglia finte più lunghe verso l’esterno dell’occhio e più corte verso l’interno. (Vedere foto. n.3)
Foto n.3: Effetto sguardo a gatta ottenuto mediante applicazione ciglia finte (fonte internet)

Ma se una cliente risulta caratterizzata da una tipologia di volto a cuore, bocca piccola e occhi a mandorla molto allungati e per di più distanti dal naso credete che questo effetto possa valorizzare il suo sguardo?
Sicuramente no!
L’effetto  a sguardo di  gatta non farà altro che esasperare in senso negativo le peculiarità estetiche che la contraddistinguono.
Il viso  apparirà nella parte superiore ancora più ampio in senso orizzontale, ancora più stretto in quella inferiore, così come risulteranno rispettivamente la bocca più esigua e gli occhi più allungati orizzontalmente e distanti dal naso.
Per questi motivi è consigliabile applicare delle ciglia finte in modo tale da far apparire i suoi occhi più vicini al naso e più tondi, così da riuscire a stringere anche il volto in senso orizzontale nella parte superiore e di conseguenza far apparire quella inferiore meno stretta e la bocca meno piccola. (Vedere foto n.4)
Foto n.4: Effetto occhio tondo ottenuto mediante applicazione ciglia finte (fonte internet)

Alla luce di quanto detto non possiamo che riconoscere nelle ciglia l’ennesimo strumento che si ha a disposizione per produrre bellezza!