Articolo realizzato per Les Nouvelles Esthetiques Spa Italia (n.7 ottobre 2014)

“Gli uomini hanno la spada, le donne hanno il ventaglio
e il ventaglio è forse un’arma altrettanto efficace!”
Thomas Addison

Da tempo desideravo porre l’attenzione su un oggetto ormai dimenticato che in passato nessuna signora dimenticava mai di portare con se: il ventaglio.

Molti di voi si staranno chiedendo – lecitamente – il perché di questo  interesse. La motivazione è che ritengo questo piccolo oggetto un valido strumento di bellezza.
Prima di scoprire in che modo il ventaglio, inizialmente  adoperato anche dagli uomini, possa contribuire a valorizzare esteticamente una persona mi sembra doveroso soffermarmi su un paio di aspetti “ulteriori”.
Che funzioni ha avuto in passato il ventaglio? Innumerevoli! Nel corso dei secoli  è servito per rinfrescare le dame in ambienti sovraffollati e mal areati, a scacciare gli insetti, a ripararsi dal calore del fuoco, come arma di difesa in guerra etc.
Oltre a questi utilizzi pratici è stato un alleato formidabile in ambito amoroso, svolgendo un ruolo fondamentale nel corteggiamento.
Intorno al XVIII° secolo in Europa, periodo in cui  la libertà di espressione, di circolazione e di socializzazione da parte delle donne nei confronti dell’altro sesso era stata fortemente limitata, si sviluppò quello che fu definito il “Linguaggio del Ventaglio”. Il gentil sesso poteva, attraverso questo strumento, dare segnali e risposte. Ad ogni gesto corrispondeva un preciso significato, e permetteva di lanciare messaggi rapidi durante incontri ufficiali.

La diffusione di questo linguaggio venne ampiamente supportata dai fabbricanti di ventagli, che lo codificarono allo scopo di aumentare le vendite.

Ma cosa si poteva mai dire con un ventaglio?

Davvero tantissime cose, a quanto pare, anche piuttosto intime, eccone alcune…

– Ventaglio chiuso tocca l’occhio destro: “Quando posso vederti?”
– Il numero di stecche del ventaglio mostrate rispondeva alla domanda: “A che ora?”
– Ventaglio tenuto aperto a mani unite: “Perdonami”
– Nascondere gli occhi con un ventaglio aperto: “Ti amo”
– Toccare con un dito la punta del ventaglio: “Vorrei parlarti”
– Appoggiare alle labbra il manico del ventaglio: “Baciami”
– Sventolarsi lentamente: “Sono sposata”
– Sventolarsi velocemente: “Sono fidanzata”
– Far scivolare il ventaglio attraverso la mano: “Ti odio!”
– Ventaglio tenuto sopra all’orecchio sinistro: “Non desidero vederti più”
– Farlo roteare nella mano sinistra: “Amo un altro.”

E’ scontato dire che nella società odierna sarebbe inutile pensare di utilizzare il ventaglio per comunicare dal momento che le persone  non hanno nessun problema a palesare i propri pensieri (che spesso forse esprimono anche a voce troppo alta).
Se il ventaglio ha avuto un declino in ambito “comunicativo” così non è stato per campi quali danza e teatro, dove ha mantenuto un suo ruolo.
Nella danza, dal flamenco alla sevillana, infatti ogni coreografia che si rispetti, prevede sempre’ oltre lo scialle, le nacchere e gonne lunghe, l’ utilizzo dell’ abanico, ovvero del  ventaglio.
Nel teatro quest’accessorio è stato spessissimo protagonista indiscusso  di molte opere basterà ricordare: “Il ventaglio” di Goldoni e  “Il ventaglio di Lady Windermere” di  Oscar Wilde.
Ma è nel campo della bellezza, della moda e del design che Il ventaglio riacquista un significato.
Nella moda diviene accessorio cool da abbinare ad un vestito ma anche come oggetto di design esponendolo indossandolo.
Nella bellezza  ha il merito di far apparire una persona più bella agli occhi di chi la guarda, di far acquisire fascino e sensualità a chi lo utilizza.
Ma in che modo vi starete chiedendo?
Utilizzando il ventaglio come una sorta di panneggio del volto.
Maneggiandolo con eleganza, destrezza  e consapevolezza è possibile evidenziare gli elementi più interessanti  di un volto e nel contempo coprire quelli meno gradevoli.
Quindi riuscire attraverso il ventaglio a far  focalizzare  al fruitore  solo ciò che si desidera.
Insomma mostrare solo ciò che si vuole a chi si vuole…
Allora cari professionisti della bellezza a chi aspettate a recuperare dalle vostre case o da quelle delle vostre nonne questo prezioso strumento di bellezza e proporlo ai vostri clienti?